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Dalla genuina semplicità di Assunta Castellano ed Enrico Fagnano alla tormentata e incisiva scrittura di Plinio Perilli e Rosanna Spina, dalle immagini caleidoscopiche del rumeno Drejoi Costel e di Giuseppe Vetromile ai versi saltellanti di Valeria Serofilli, dalle panoramiche ombre soffuse di Leone D'Ambrosio e Annamaria Ferramosca alla luminosità che strappa palpebre del bosniaco Emir Sokolovic, dalle memorie con le reti d'oro di Carmelo Consoli al vago fragore dei lamenti e di saltellanti carezze di Antonio Damiano e Mario Rondi, dai campi fioriti di Eugenia Serafini all'acerbo mattino di Anna Maria Pugliese, dal vagabondare nelle incertezze di Anna Di Fresco e Paolo Polvani al fiato troppo corto o l'urlo atroce di Carmina Esposito e Lorenzo Spurio, dallo scintillio degli sguardi innamorati di Giuliano Ladolfi ai solchi dell'aratro del giovane Francesco Papallo, al sogno ricorrente e al canto delle cicale di Marco Melillo e Tiziana Monari, è un continuo sorprendere. Un excursus, anche se parziale, che ci permette di accostare un gruppo di autori di generazioni diverse e di variegate poetiche.